Posts Tagged ‘Twitter’

Bisogna riportarceli

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Che cosa è la cultura popolare? Occorreva essere ieri sera a Santo Stefano Belbo, sulle Langhe, per ricordare i luoghi de La luna e i falò. Andare in cerca di storie, riscoprire le radici del mito nelle memorie dei contadini. Tacere, lasciando che siano i luoghi a parlare. Ricostruire l’anello intermedio tra produzione colta e vita vissuta: ciò che la televisione ha rotto, omologando le basi stesse della società. Ed è questo, credo, il ruolo che Twitter e i social network possono svolgere quando evocano i modelli letterari. I nipoti crescevano sulle ginocchia dei nonni. Bisogna riportarceli. Prima che dimentichino.

#LunaFalò - La cascina della Mora, oggi. / @paolocosta @udieci @danilopettinati

->#LunaFalò – La Cascina della Mora<-


Cashtags?

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Cashtags? L’idea è geniale, nella sua semplicità. E mi sembra un caso di innovazione da manuale: in questo modo, Twitter finirà per reintermediare informazioni che – tanto per restare nell’ecosistema Apple – erano confinate su Stocks. La trasformazione del denaro da deposito del lavoro a strumento di informazione, lungo il solco tracciato da Marshall McLuhan, si fa sempre più evidente. Resta un’incognita di fondo: la velocità di circolazione dell’informazione incrementa la corrispondente velocità di circolazione del denaro; al tempo stesso, le istituzioni politiche ed economiche si mostrano sempre più lente ed ingessate. Qualunque sia la risposta, a questa forza non potranno opporsi.


Valeva la pena

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Valeva la pena. Di rischiare che il mio Mac finisse a mollo. Ieri sera, con #TTT06, ho imparato da Carmelo Cambareri, Gianluca Gobbi e Daniele Ricca che cosa significa fare radio e musica con il web. Mettere insieme progetti che nascono da contenuti veri. Persone in carne ed ossa che gettano ponti fra una nicchia underground e l’altra. Vivificare le reti mash-up, come quella di Michele Ferraudo, con cui abbiamo inaugurato un nodo wi-fi libero sul fiume. Lo raccontano meglio @La_Rejna e @Invisigot: il valore di un’esperienza, in Rete, dipende dalla qualità delle idee che si mettono in campo.

igerstorino - #TTT06 - Torino

->Igerstorino – #TTT06 – Torino<-


Uscire fuori

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A leggere le parole di Marco Stancati, che racconta un modo non convenzionale di riempire le aule universitarie, si percepisce la distanza che separa l’accademia dalla realtà. Nel suo racconto ci sono tutti i motivi per cui alcuni di noi, avvicinatisi impropriamemente a collaborazioni e docenze, a un certo punto hanno preferito imbandarsi. Uscire fuori. Fare parte per se stessi. Il paradosso sta tutto qui: nel dire ciò che andrebbe detto, ci si sente strani e diversi. Perché il palazzo resta chiuso in se stesso, combatte la sua battaglia di retroguardia. Ignora la società, aspettando la barbarie. Che lo distrugga.


Tre cose su Twitter

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Tre cose su Twitter. Le ho imparate con #TTT05. Primo: la crossmedialità in Italia si muove lenta perché TV e giornali faticano ad adattare il proprio sistema nervoso al web. La cultura underground deve aiutarli a disinnescare pacificamente il potere (rileggere Carlo Infante). Secondo: cento persone organizzate, facendo perno su una manciata di opinion maker, sono in grado di scalare la classifica dei Trending Topic. Agenda setting (#Salvaiciclisti insegna). Terzo: il web è una “piazza latente”, uno “spazio collettivo sparso” (vedi Salvatore D’Agostino); oggi ha più senso occupare questo che un luogo fisico, perché le idee libere creano dissenso costruttivo.

->Carlo Infante, Benvenuti in Italia (2011)<-


Riflessione crossmediale

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L’Italia trema. Ore 4:15: Twitter esprime inquietudine e diffonde immediatamente voci e immagini; alcune sono testimonianze dirette, altre notizie senza fonte (effetto Concordia). Ore 4:45 circa: la televisione parte con una narrazione lenta e imprecisa del terremoto; o non prende in considerazione Twitter, o lo cita a sproposito. Mattino: insieme al cordoglio, la tensione si stempera nell’ironia (effetto Maya). Tardo pomeriggio: Twitter reagisce alla mistificazione con l’hashtag #questapersonacarlo. Riflessione crossmediale. Primo: la crossmedialità, per ora, non è informazione ma miraggio per raccogliere pubblicità. Secondo: quando Twitter sfida la televisione prevale, ma si ottura di riflessi televisivi (effetto Sanremo) (*).

->#Questapersonacarlo – Rai TG1<-

(*) Ieri sette persone sono morte, e tremila sono sfollate: il fatto resta questo. Senza retorica, è necessario ricordarlo. Ma è giusto riflettere su come i media rappresentano la realtà, altrimenti finiranno per non servire a nulla.


Profondità e riverbero

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#AlgebraTTT per #TTT04. Primo, la profondità vale più della superficie. Secondo, ascoltare crea maggior valore di parlare. Klout a parte, sto cercando di riflettere sulla natura di ciò che si condivide sui social network e, in particolare, su Twitter. Sono rozzi, non tengono conto della specificità dei contenuti; ma ho provato a costruire due indici. Profondità e riverbero. Per capire, bisogna studiare le buone pratiche: @tigella, @giulianopisapia, @lucatelese. Confrontandole, emergono tre stili diversi. La ‘curation’ non confligge con la produzione di contenuti: la integra. Curatore, leader e produttore di contenuti condividono una capacità fondamentale: saper dialogare con il proprio pubblico.