Posts Tagged ‘Twitter’

Un twitter di carta

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Ieri abbiamo portato #LunaFalò in Valle Camonica, a Breno. Un centinaio di persone si sono emozionate scrivendo messaggi di 140 caratteri con una penna biro. Un twitter di carta. E’ la prova che la letteratura può continuare ad essere popolare. Sotto l’ala pacifica di Iuri Moscardi – pavesiano irriducibile – signore di mezza età e ragazzotti curiosi hanno ricordato il loro cantastorie: Savio el Matt. Prima che da un mucchio di tweet analogici nati sul momento non ne spuntasse uno. Era scritto nel dialetto del paese accanto. L’autore ha dovuto tradurlo ai suoi stessi valligiani. Dialetto e slang, come Pavese.


Viva, la lettura

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Immaginando #Leucò come una piazza in cui ognuno indossa una frase, e vaga alla ricerca del mito con al collo una macchina fotografica o una penna, Isolaria Pacifico (@Isopaci) ha colto il senso dell’esperimento che abbiamo condotto su Twitter. Ne ha colto anche le debolezze, a partire dalla difficoltà dei numeri. Confrontarsi con decine di migliaia di messaggi è cosa sovraumana. Eppure, credo che l’importante sia proprio non montarsi la testa. Quando giocano, i bambini sanno godersi il momento. Se poi l’esperimento è riuscito, forse è proprio perché la comunità dei riscrittori ha compreso che stavamo giocando. Viva, la lettura.


Inequivocabilmente altrove

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Twitter è “cazzeggio all’ennesima potenza”? Su Repubblica, Emilio Marrese descrive il profilo alcuni tweeps italiani per generalizzare il fenomeno, finendo per ridurre sommariamente le caratteristiche di questo strumento alla pura dimensione relazionale. Mi spiace non essere d’accordo: anche se la componente relazionale è forte, il valore aggiunto di Twitter nel social web è dato piuttosto dal prevalere del contenuto sulla chiacchera. In questo caso, non credo che si tratti di una difesa corporativa fine a se stessa: la mia impressione è che gli intermediari di oggi non si accorgono del fatto che gli intermediari di domani stanno nascendo. Inequivocabilmente altrove.


#Costweetuzione

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Cosa accade se qualcuno ha una buona idea? Gli altri la seguono. Vanessa Roghi (alias @VaniuskaR) poche settimane fa ha poposto una rilettura collettiva della Costituzione su Twitter. #Costweetuzione. I reduci di #Leucò, a quanto pare, non aspettavano altro. E’ così che il 25 aprile, complici @AsinoMorto nel ruolo di mattatore e @paolocosta, @marcostancati e @Isainghirami in quello di detonatori, abbiamo assistito a una raffica di un migliaio di tweet in poche ore. Mentre da Valdivilla echeggiava @FenoglioBeppe, a chiudere la filiera come sempre ha pensato @udieci con un bel tweetbook. Insomma, se non è Resistenza questa. Poco ci manca.


Le domande sono troppe

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Giovedì 16 e domenica 19 maggio saremo al Salone del Libro di Torino. Pierluigi Vaccaneo, Paolo Costa ed io racconteremo #Leucò e incontreremo molte delle persone che lo hanno reso possibile, insieme agli amici di U10. Sarà un’occasione per riflettere, discutere e raccogliere le forze in vista di un nuovo progetto di twitteratura. Rilettura e riscrittura di un’opera letteraria su Twitter. Gli editori non riescono a differenziare la propria offerta? Gli Italiani leggono meno degli altri cittadini europei? Quali format di comunicazione letteraria e pubblicitaria sono possibili nell’ambito instabile dei social network? Le domande sono troppe. Aiutateci a cercare risposte.


Il futuro si scrive

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Io non so se i weblog monoautore stiano morendo, come sostiene Arturo Robertazzi. Rileggendo Salvatore D’Agostino, resto affezionato all’idea del blog come vero ‘tavolo di lavoro’: un luogo in cui nascono progetti che poi crescono altrove, magari proprio in spazi web multiautore. Credo che Arturo colga un passaggio di fase importante e assolutamente non scontato. La mia ipotesi è che l’ideologia della disintermediazione mostri tutti i suoi limiti: da che mondo è mondo, chi disintermedia individualmente finisce poi per costruire o favorire la nascita di nuove forme collettive di intermediazione. E’ il passaggio quello che conta. Il futuro si scrive.


I giardini murati crescono

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Dalle mappe di Google alle foto di Instagram. Che la vittima sia Twitter o Apple non conta. Quel che è certo, è che il paradigma delle APP comincia a mostrare i suoi limiti. I giardini murati crescono. Le interfacce con cui interagiamo si sono ridotte a una dozzina. E ora tagliano i ponti fra le une e altre: l’oligopolio aspira a farsi monopolio. Il world wide web è finito? Le speranze si accumulano attorno all’HTML5, che integra al suo interno la logica delle APP, ma conserva l’apertura orizzontale del web. Andrea Rangone ne sa qualcosa: qualcuno lo porti su Twitter.