Posts Tagged ‘Lega Nord’

L’Italia è ignorante

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Non è una macchina del fango. Le contraddizioni che oggi schiacciano la Lega Nord sono un vento liberatorio. La scopriranno i giudici, la verità. Nel frattempo, noi dobbiamo ricordare. Roma ladrona, il cappio in Parlamento, il celodurismo, la xenofobia. E la colpevole indulgenza di cui Umberto Bossi ha sempre goduto. Sarà difficile spiegarlo alla buona fede degli operai, dei contadini e dei piccoli imprenditori che per anni gli sono andati appresso. Anziché cercare un lavacro per la propria coscienza, avrebbero dovuto mettere in discussione se stessi. La storia sta facendo il suo corso, ma il problema resta. L’Italia è ignorante.


La Sinistra non sbagli

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Monti cambia passo. La misura dello scarto non è nella sua intervista a Fabio Fazio, ma nelle parole che ha pronunciato a Reggio Emilia: “Alcuni Italiani mettono le loro mani nelle tasche di altri Italiani”. La sfida europea può permetterci di vincere contro le lobby e l’evasione che strangolano il Paese. Ma il sostegno dei cittadini è decisivo: per impedire che sessanta milioni di Italiani cadano nelle mani della propaganda protofascista della Lega, è necessario che le poche migliaia di Italiani che leggono la realtà e prendono posizione lo facciano con maggiore impegno. La Sinistra non sbagli. Ricordi il CLN.


L’Italia è razzista

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Torino chiama, Firenze risponde. Sembra il titolo di un film degli anni Settanta, ma è la triste realtà. E’ impossibile non mettere insieme l’omicidio dei venditori senegalesi che ieri si è consumato in Piazza Dalmazia con il rogo del campo nomadi della Continassa. Se lo domandi bene, ora, chi ha sempre tollerato le esternazioni di Umberto Bossi e della Lega Nord come un linguaggio colorito e inoffensivo. “Fiaccolette innocenti”? Quelle parole hanno messo radici profonde. L’Italia è razzista. E non è tutto. L’immobilismo della politica genera un effetto perverso: i poveri pagano per la crisi, e si rifanno sugli immigrati.

->Maurizio C. – L’Italia razzista di colore verde padano<-


I pacchi di cartone

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Forse bisognerebbe ricordare all’onorevole Roberto Rosso, e agli amici della Lega Nord, che per far scoppiare la guerra in Jugoslavia bastò che qualcuno cominciasse a soffiare sul fuoco, inventando o reinventando nazioni effimere, o addirittura inesistenti. Poco più di centocinquanta anni fa l’Italia era una centrifuga di stati in lotta fra loro, divisi nella lingua e nei costumi. Se siamo ancora insieme, è perché troppi meridionali sono morti per il Re sul Carso, in Africa e nei Balcani. E perché i terroni immigrati al Nord non hanno mai smesso di tornare a casa d’estate, per riprenderseli. I pacchi di cartone.


O Torino, o Roma

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Piero Fassino ha fatto bene a festeggiare in Parlamento la sua vittoria, ma al di là dei toni – che non condivido – nel merito la Lega Nord ha ragione. O Torino, o Roma. Ora che è stato eletto sindaco, l’onorevole Fassino deve dimettersi da deputato. La sua candidatura fu imposta al Partito Democratico torinese dal vertice romano, e Fassino ora ha il dovere di dare un segno concreto del suo impegno per la città. Serve un ambasciatore di Torino a Montecitorio? Non può essere il nostro sindaco. Torino ha bisogno di attenzione. Noi aspettiamo la sua decisione con serenità.


Via Urbino non va bene?

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Che la Lega ci riprovi non mi soprende. La decisione di fare ricorso al Tar contro la moschea di via Urbino è del tutto legittima. Se si sospetta che la legge sia stata violata, è opportuno che la Giustizia si pronunci. Eppure, il problema è politico e resta tutto sul campo. Via Urbino non va bene? I leghisti dicano dove vogliono che la moschea si faccia. Ovvero, accettano o non accettano che in Italia si aprano luoghi di culto islamico? Se non lo accetta, la Lega Nord si pone al di fuori della legalità costituzionale. E deve assumersene la responsabilità.


Impotenti belve razziste

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Li temono, perché sanno che verranno. A migliaia, colmi di coraggio e voglia. Cacciati dalla povertà, finalmente liberati da un muro che ci era invisibile. Assetati di giustizia, ricchi solo di speranza. Troveranno sguardi torvi, parole di disprezzo. Le stesse che oggi ascoltiamo per strada: il dittatore ci faceva comodo, con lui abbiamo fatto affari. Ma lo scatolone di sabbia si ribella: non si accontenterà dell’autostrada dei figli dell’impero. Costruirà un ponte di barche, lo legherà con corde di uomini. E ci abbraccerà di rabbia. La primavera dell’Africa è l’autunno del nostro dispotismo. Il loro pianto inutile. Impotenti belve razziste.