Posts Tagged ‘Gianguido Passoni’

E’ dura, la trasparenza

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Per salvare l’Italia il Governo Monti ha trasformato i Comuni in cassieri dello Stato, usando l’IMU. Ieri sera Gianguido Passoni ha spiegato perché Torino è uscita dal Patto di Stabilità: difficile alzare le imposte, insufficiente tagliare la spesa, necessario vendere partecipazioni pubbliche. Meglio pagare le sanzioni, allora, pur di fare ciò che alla Grecia non è concesso: difendere gli investimenti, per sostenere la crescita. L’impegno è sincero. E’ dura, la trasparenza. Ora occorre spezzare le clientele che la fisiologia degli appalti pubblici determina, innovare il rapporto fra i cittadini e la pubblica amministrazione, garantire un forte controllo sui servizi privatizzati.


Serve alla politica

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Immagino che sia molto difficile, per Gianguido Passoni, metter mano alle società partecipate del Comune: GTT, Amiat e TRM. Sì, perché su Torino Bene Comune l’Assessore al Bilancio si era candidato a diventare sindaco: ”Le aziende e le proprietà comunali sono un bene comune. Non devono essere privatizzate ma gestite secondo criteri di nuova economia solidale.”  Cosa è cambiato, allora? La situazione, da difficile che era, è divenuta drammatica. Proprio per questo, credo che Passoni dovrebbe spiegare perché sia necessario conferire il 100% delle azioni ad FCT Holding, anziché solo il 40%. La sua risposta è importante. Serve alla politica.


Anziché nel mattone

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Io non penso che introdurre una tassa di soggiorno sia la soluzione migliore per puntellare il bilancio del Comune. Colpire il turismo, ricevendo in contropartita 10 milioni di euro, potrebbe ferire a morte una industria nuova ma ancora troppo piccola. Se è vero che in città – come sostiene il Politecnico – ci sono circa centomila case sfitte, allora i soldi possiamo prenderli lì. Un euro al giorno per centomila appartamenti corrisponde a 36,5 milioni di euro all’anno. Ciò ostacolerebbe la speculazione edilizia dei nuovi alveari umani, spingendo i proprietari ad affittare le proprie case e, magari, ad investire nel lavoro. Anziché nel mattone.


Oppure moriremo mezzadri

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Piero Fassino ha vinto le primarie del Centrosinistra a Torino. Ora mi chiedo che campagna elettorale farà. Correrà alla ricerca dei voti cattolici? Cercherà di far breccia in centro e sulla collina? La mia sensazione è che a Sinistra esista una prateria abbandonata. Se Gianguido Passoni e Michele Curto, divisi e poco visibili, sono riusciti a mettere insieme sedici voti di coalizione su cento, è segno che il lavoro, l’ambiente, la cultura, i diritti e la giustizia sono un terreno fertile. Ma il venir meno della candidatura di Giorgio Airaudo quel campo l’ha congelato. Ora serve coraggio. Oppure moriremo mezzadri.


Torino non è Detroit

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Gianguido Passoni coglie nel vero. Quando sottolinea il valore dei beni pubblici e del welfare. Quando parla di partecipazione, decentramento e trasparenza. Quando dice che bisogna fermare il cemento e le varianti del piano regolatore, perché non basta riempire i vuoti: bisogna farli rivivere. Quando dice che mobilità sostenibile significa limitare il traffico, allargare le isole pedonali; investire nella mobilità ciclabile, nel trasporto pubblico e nella mobilità di quartiere. Quando spiega che gli anziani sono tanti, e che per dare spazio ai giovani bisogna ridisegnare il welfare nel segno dell’equità sociale e fiscale. Sì, è così. Torino non è Detroit.