Posts Tagged ‘FIAT’

Lavoro?

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Lavoro? Una parola da riconquistare. Di questa settimana che è passata nessuno si ricorderà. Eppure, la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha di fatto sancito l’incostituzionalità delle Rappresentanze Sindacali Aziendali della FIAT, che escludono la FIOM per il semplice fatto di non aver firmato il contratto aziendale, è un segnale importante. Ai lavoratori, perché ristabilisce il principio della partecipazione del lavoro al soggetto economico di un’impresa. Alle imprese, perché ricorda che proprietà privata non significa schiavitù. Ai partiti, perché li sprona a riprendere il proprio ruolo di mediazione sociale e a emanciparsi dalle pregiudiziali imposte dai totem del capitale.

Lavoro - Morire sotto un'auto

->Morire sotto un’auto<-


Tutto si tiene

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A Melfi Mario Monti ha compiuto il suo primo vero gesto da candidato premier della Destra. Tutto si tiene. La FIAT di Sergio Marchionne riscrive le relazioni industriali nel Paese ed esce da Confindustria, spingendola su posizioni più illiberali. Il campione bocconiano del liberismo raccoglie il testimone del governo e dell’economia dai liberisti pentiti Berlusconi e Tremonti; poi impone l’austerità tedesca assurgendo a uomo della provvidenza, e non esce di scena. Sospinto dalla Chiesa e da Confindustria stessa raccoglie il campo dei moderati sotto la sua ala e impone alla Sinistra la grosse koalition. Ancora una volta, l’Italia non cambierà.


La demotorizzazione

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A leggere il resoconto dell’incontro di sabato fra FIAT e Governo, l’impressione che è i due attori si siano accordati per un anno di silenzio, escludendo dal gioco la controparte sindacale. Nel 2013, mentre continuerà l’emorragia produttiva dagli impianti italiani ed europei, l’Italia si darà un nuovo governo: non è possibile non considerare che fra chi ambisce ad entrarvi, su posizioni molto vicine a quelle di Mario Monti, è la fondazione Italia Futura. Nel frattempo, l’Italia si prepara senza investire nel trasporto pubblico: si sarà perso un altro anno non affrontando a viso aperto un processo conclamato. La demotorizzazione.


Una lezione di giornalismo

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Una lezione di giornalismo. L’intervista di Ezio Mauro a Sergio Marchionne è la sintesi di ciò che la stampa italiana – eccezion fatta per la ridotta di Repubblica – non ha mai fatto: chieder conto di quei 20 miliardi di euro di investimento che FIAT aveva promesso in Italia e non farà. Lo è perché mette a nudo una litote: “non ho parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti”. Ma se l’orizzonte in cui ci si muove è questo, è evidente che FIAT dovrebbe sedersi al tavolo con il Governo e trattare l’ingresso in Italia di produttori stranieri.

->FIAT – USA Commercial: Immigrants<-


Il futuro è altrove

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Negli ultimi due anni mi sono chiesto più volte se avesse davvero senso, da una posizione liberale, sostenere gli argomenti di Giorgio Airaudo e della FIOM sul caso FIAT. Oggi ne ho la conferma. Il sindacato dei metalmeccanici CGIL, infatti, è l’unico attore coerente della partita: gli azionisti sono assenti, l’azienda non rispetta gli impegni, CISL e UIL hanno condizionato i lavoratori per abbandonarli al proprio destino, il governo ha avallato senza esigere chiarezza e i partiti – il PD per primo – hanno rappresentato soltanto se stessi. Ora si sussidino i lavoratori, non l’azienda. Il futuro è altrove.

->Daniele Segre – Sic FIAT Italia (2011)<-


Torino guardi avanti

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Una sentenza del Tribunale di Roma condanna la FIAT a riassumere centoquarantacinque operai di Pomigliano, esclusi dal progetto Fabbrica Italia perché iscritti alla FIOM. La Costituzione non dà adito a dubbi. Basta l’articolo 3. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Non possono esistere società parallele, diritti sospesi. La legge vale per tutti, anche per FIAT. La democrazia ritrova il suo baricentro: se le aziende disconoscono i lavoratori, allora chi le controlla perde legittimità. Torino guardi avanti.


Altrettanto gli uomini

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L’intervista di Massimo Mucchetti a Sergio Marchionne è una bella lezione di giornalismo. Nel merito, una sola cosa si può chiedere alla FIAT: non giochi a poker con il destino di una città. I mercati hanno bisogno di certezze. Altrettanto gli uomini. Se il problema è la capacità produttiva in Europa, è meglio saperlo subito; purché design, progettazione, motori e trasmissioni restino in Italia. I partiti politici e i sindacati non devono cercare complicità, bensì esigere chiarezza. E se questo significa chiudere Mirafiori, si tratta di stabilire come e quando. Perché Torino ha il diritto di conoscere il suo futuro.

Giampaolo Squarcina - Case Fiat

->Giampaolo Squarcina – Case Fiat<-