Archive for July, 2013
July 24th, 2013
Scazzottata estiva. La osservo pietrificato dalle porte dell’autobus. In mezzo alla strada bloccata, due uomini si avvinghiano sull’asfalto fra pugni e calci. Quattro giovani si avvicinano senza fermarli. Le donne urlano, ma nessuno chiama la polizia. L’autobus riprende il suo corso, togliendo alla storia un triste finale. Non mi sono mai picchiato con un altro uomo: forse è la mancanza di questo rito iniziatico che mi impedisce di appartenere al ristretto circolo del vero maschio. E’ un’aggressività più sottile a dominare la strada, sublima sugli pneumatici la volgarità di un popolo. Noi Italiani siamo bestie, anche quando difendiamo la ragione.

->Ferri da stiro<-
July 23rd, 2013
Non ami la barba. La consideri un vezzo rivoluzionario: l’insostenibile idea che qualcuno possa non omologarsi alla silenziosa legge del sistema. Ma cosa ti è costato, questo raderti tutti i giorni? Riempi le tasche di promesse, vesti abiti lucidi e tutti uguali. Trascorri la vita surgelato nell’immagine di ciò che il potere vorrebbe che fossi. Lo sei? Hai preferito rinunciare ad essere te stesso, aspettando una ricchezza che non verrà. Quando un’idea balena nella tua testa, preferisci non parlare. Avanzi lentamente, sogni di scalare gli altari della borghesia. Non capisci di essere solo: sei stato abbandonato, ma da te stesso.

->Ragionando in prospettiva<-
July 22nd, 2013
Gianroberto Casaleggio. La follia politica del profeta si manifesta con pacata ed ingessata serietà. I partiti sono arcaici, nella vana pretesa che il nuovo è bello. Il vincolo di mandato è un male, anziché una sacra tutela del libero arbitrio. Il Parlamento è un parcheggio per muti portavoce del popolo, il cui unico compito è farsi cacciare e sostituire se non obbediscono al feticcio della Rete. La disintermediazione di ogni attività umana diviene il mantra di una modernità irreversibilmente fagocitante. Comandano i cittadini, ma se il M5S fa un governo col PD lui ne esce. Insomma, la democrazia di Stalin.

->Nostalgia di Belgrado<-
July 21st, 2013
Il sacerdote nero danzava. Sovrapponeva i passi lievemente, voltando il capo ora a destra e ora a sinistra. Quando apparve sull’altare la sua pelle alzò con un’onda le sopracciglia delle vecchie borghesi sedute nelle prime file. Aprì bocca, e tutto tacque. Spiegò che il defunto più caro può essere un peccatore, affidò a Dio una fede cieca. E disse che alla morte preferiva il concetto di un pezzo di strada che si interrompe. Ma non erano le sue parole ad interessare gli astanti. L’eversione del messaggio era nella sua presenza fisica. I vecchi commendatori dovettero farlo. S’inginocchiarono davanti al negro.

->Panna montata<-
July 20th, 2013
TAV, una dannazione. Per principio, non condivido alcuna forma di protesta violenta – fosse anche una sassaiola – in un Paese che nonostante tutto continua ad essere uno stato di diritto. Se una parte del Movimento No TAV attacca fisicamente i cantieri dell’alta velocità, commette un errore: la carta stampata resta poco affidabile, per gli interessi economici che esprime, e vorrei conoscere meglio i fatti; ma la necessità che il Movimento prenda le distanze dalla violenza resta. Al tempo stesso, mi chiedo fino a quando il Governo potrà ostinarsi a costruire un’opera pubblica contro la volontà dei cittadini. Si fermi.

->Aspettando Raymond Godoqueneau<-
July 19th, 2013
Addio democrazia. Il primo passo è assumere a priori che la costituzione materiale del Paese sia cambiata, affermando che siamo già una repubblica presidenziale. A chi obietta si oppongono molti racconti: dal referendum sulla preferenza unica all’elezione diretta dei sindaci; dall’indicazione del premier sulla scheda elettorale alla straordinarietà della crisi economico-politica degli ultimi anni. Tutto dovrebbe comporre un percorso storico per il quale il Presidente della Repubblica ha ormai il potere di controllare – magari per interposta commissione di saggi – l’operato del governo. Ebbene, se tutto ciò è davvero cambiato, noi cittadini quando ve ne abbiamo dato il permesso?

->Pelle screpolata<-
July 18th, 2013
Valdo Fusi, tavole e trombe. Nel piazzale parcheggiavamo le auto di notte. Erano gli anni dell’Università e lì, tra l’ospedale di San Giovanni e la Borsa, accatastavamo le marmitte scollate dei padri. Ci importava poco del fatto che la piazza fosse intitolata a un partigiano bianco, ma solo che sulle sue spoglie potessimo lasciare gratis il ferro e le gomme. Quando quella piazza alberata fu disboscata e coperta da argini di cemento, ci ribellammo. La verità è che eravamo vecchi: oggi ci si trovano giovani skater, che godono a sbucciarsi le ginocchia. Noi li osserviamo distanti, seduti al jazz club.

->Skaters<-