Archive for August, 2012

Ma la verità è una sola

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Corto circuito istituzionale. La procura di Palermo sta facendo il suo dovere: indagando, è incappata in un’intercettazione che coinvolge il Capo della Stato. Non intende distruggerla immediatamente*, lo deve alla sua interpretazione della legge. Il Quirinale ha sollevato il caso presso la Corte Costituzionale. Su Repubblica un bellissimo dibattito su questo argomento ha coinvolto Gustavo Zagrebelsky, Eugenio Scalfari, Ezio Mauro e Barbara Spinelli. Tutto dovrebbe fermarsi qui. E invece no. C’è qualcuno che ha bisogno di avvelenare i pozzi, affermando di conoscere il contenuto di quelle conversazioni senza tuttavia dimostrarlo. E’ tutto fumo negli occhi. Ma la verità è una sola.

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* Ho parzialmente rieditato questo post, perché ad una prima lettura delle fonti ero incorso in un errore: come spiegano Scalfari e Zagrebelsky, il conflitto fra la Procura di Palermo e il Quirinale non concerne il fatto che le intercettazioni riguardanti il Presidente della Repubblica debbano essere distrutte o meno, bensì le modalità di distruzione delle stesse, reputate comunque irrilevanti sul piano processuale.


I fascisti lo squartarono

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David Bidussa su Linkiesta sostiene che prima di accusare Beppe Grillo di essere un fascista del web, Pier Luigi Bersani dovrebbe rileggere Palmiro Togliatti; così riporta alcune affermazioni in cui Togliatti estende il concetto di fascismo oltre la nozione di reazione capitalistica, denunciando uno storico errore di analisi dei comunisti stessi. Bene, io temo si sbagli. Che dire infatti delle accuse di socialfascismo che Togliatti stesso mosse ripetutamente al socialismo liberale di Carlo Rosselli? Per ironia della storia fu proprio Togliatti a firmare l’amnistia che liberò i fascisti. Al ‘socialfascista’ Rosselli, invece, toccò ben altra sorte. I fascisti lo squartarono.


E io non la bevo

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Dopo i recenti blitz contro Geostudio ed Equitalia, la posizione del Movimento No Tav si è fatta indifendibile anche per chi continua a pensare che quel treno non serva, o quantomeno che il risultato finale non ne valga il costo. Il movimento non sconfessa le frange minoritarie autrici di questi gesti, sostenendo che altrimenti non si otterrebbe visibilità e che ognuno è libero di protestare a modo suo. Entrambi gli argomenti sono fallaci. Le pulsioni squadriste sono geneticamente possibili anche nel più democratico dei movimenti. E io non la bevo. Non voglio quel treno, ma non rinuncerò mai alla democrazia.


Statisti si diventa

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Statisti si diventa. Chiusa nell’angolo delle sue contraddizioni dalla destra bavarese e dall’opposizione socialdemocratica, Angela Merkel potrebbe tentare il colpo d’ala e fare l’Europa, prima che i falchi della Bundesbank la prendano per il collo. Se la Cancelliera avrà davvero il coraggio necessario per proporre un nuovo trattato che contempli un bilancio federale, l’unione fiscale e l’autonomia della BCE, allora sarà la Francia a dimenarsi in un malsano complesso di superiorità. Quanto all’Italia, è fondamentale che conservi un governo presentabile a Bruxelles: perché nel momento in cui l’uno o l’altra proporrà di giungere davvero a una federazione, noi dovremo esserci.


La casta è solo uno specchio

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Intervenendo nella querelle fra Eugenio Scalfari e Gustavo Zagrebelsky sulle intercettazioni telefoniche al Quirinale, il direttore di Repubblica Ezio Mauro ha colto un elemento che gli storici considereranno essenziale nell’esaminare questi anni. Il berlusconismo ha mescolato i fluidi, inoculando nel campo delle forze che gli si oppongono pulsioni antidemocratiche. I cittadini si sono illusi che per risolvere i propri problemi è necessaria una scorciatoia, un taglio di forbice che li liberi dalla casta: è l’anticamera psicologica della dittatura. La casta è solo uno specchio. Riflette un popolo. E le responsabilità della deriva populista gravano in primo luogo sul Partito Democratico.


Alienazione urbana

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Il parco è lento, la speculazione corre. A dispetto delle celebrazioni preelettorali, i lavori per la realizzazione di Parco Dora non sono ancora stati ultimati, mentre il primo lotto – consegnato poco più di un anno fa – ha già cominciato a soccombere nell’incuria notturna, fra graffiti maldestri, immondizie organiche e aiuole incolte. La Città ripete i fallimenti di Italia ‘61 e Tossic Park. I cartelli affissi nei cantieri delle torri circostanti invitano invisibili risparmiatori a vivere nel futuro di Torino. Alienazione urbana. La ferita industriale è stata suturata con violenti impacchi di cemento. La crisi di rigetto già si vede.

#Torino - Alienazione urbana / @danieledantonio

->Alienazione urbana – Torino, Parco Dora<-


E’ uno spot elettorale

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E’ difficile, leggendo i giornali di oggi, venire a capo delle concrete proposte del piano per la crescita presentato ieri dal Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. C’è una sola buona notizia: le assunzioni nella scuola. E una piccola speranza: il piano aeroporti. Per il resto, annunci: agenda digitale, start up, internazionalizzazione. Altrettanta retorica ciellina: natalità, famiglia e social card. Turismo e cemento; energia e carbone. E troppi incubi: privatizzare la cultura, la sanità e i servizi postali, nonché il patrimonio stesso dello Stato. Insomma, diciamolo: più che un programma di fine legislatura, per un governo tecnico. E’ uno spot elettorale.