Quattro euro

Riuscì a distrarmi, mentre leggevo. Mi afferrò per una mano e provò ad ipnotizzarmi con occhi vitrei. La parola carcere mi colpì in una geometria irrisolta. Rifletteva la sega marcescente dei suoi denti. E mentre gli negavo le mie tasche, regredivo a fondo. Mi svegliai nei panni di un orfano di Dickens, cercavo di liberarmene. Non volevo che lei lo vedesse. Invece arrivò, lo ammutolì. E riuscì ad allontanarlo. Parlammo a lungo, ci guardammo allo specchio. Il suo volto riproponeva un enigma. Emozioni preconizzate e riarse. L’incerto declivio del dubbio. Ne pagò il prezzo un venditore di rose. Quattro euro.