Abbiamo testa
Friday, March 23rd, 2012 - 01:23 - Tristi Tropici
Le polemiche scaturite dalla vignetta di Vauro sulla strage di Tolosa mi hanno ricordato l’incontro tra due donne, negli studi di Democracy Now: Rita Lazar, che perse un fratello nell’attentato alle Torri Gemelle di New York, e Masuda Sultan, americana di origini afghane che perse diciannove familiari in guerra. Riflettere sul fatto che i civili sono vittime senza bandiera dell’ambizione e della follia di pochi è utile. A chi non lo credesse, suggerisco due letture: Jože Pirjevec, Le guerre jugoslave (1991-1999) e William I. Hitchcock, Liberation. The Bitter Road to Freedom, Europe (1944-1945). Abbiamo testa. Siamo liberi, usiamola per pensare.
Non credo che i conflitti arabi si possano accostare a guerre “nostrane”. Se non, come disse Bocca, avvicinando i talebani ai nostri resistenti. Io ovviamente concordo. I talebani sono la Resistenza dell’Afghanistan.
La vignetta di Vauro chiama in causa le vittime palestinesi in un conflitto che da una parte vede uno Stato, Israele, ma dall’altra? “La Palestina non è mai esistita”, ha detto recentemente un idiota candidato, giustamente, in quanto idiota, alla Casa bianca. La Palestina sono i palestinesi, più o meno d’accordo con Hamas, più o meno d’accordo sui metodi che usa.
Israele detiene nelle sue carceri decine di ragazzini (bambini?) palestinesi dai 10 ai 15 anni. Sono “senza bandiera”, questi ragazzini? Quando Israele sorvola con i droni la striscia di Gaza, lo fa per intimidire chi? Mica un esercito, famiglie. Che poi i due concetti possano venire a coincidere, perché ci sono ragazzini (bambini?) che già a dieci anni sanno partecipare a una sassaiola, questo meriterebbe un capitolo a parte.
In Palestina è in corso una pulizia etnica documentata (vedi Pappe), i palestinesi cosa dovrebbero fare? Se uno ti rade al suolo casa, o ti dice che, per motivi discutibili (“me l’ha detto Dio”, “me l’ha detto Balfour”, “non so se ti ricordi, millemila anni fa qui c’ero io”), tu te ne devi andare, che fai?
Israele fa guerra a un popolo. E l’intero mondo arabo è schierato con quel popolo. Mi verrebbe da scrivere una cosa davvero azzardata, ma evito. C’è stata una strage giorni fa, una strage di odio. Vogliamo chiamarlo antisemitismo? Va bene, chiudiamo gli occhi, aspettando la prossima. Credo che Vauro intendesse anche questo.
Potrai immaginare quanto amassi Giorgio Bocca, ma non credo che i talebani siano la “Resistenza dell’Afghanistan”: i talebani sono un esperimento genetico andato male, condotto dai pachistani per riprendersi il controllo del Paese quando Massoud conduceva una lotta impari e tragica per stabilizzarlo.
La Palestina esiste, eccome. Ma non credo che lanciare razzi dalla striscia di Gaza renderà giustizia al popolo palestinese: furono a un passo dalla pace, ma la pace fa paura. Morto Rabin, la situazione è diventata incontrollabile: Israele ha gravi responsabilità. Del resto, quanto è difficile scegliere la non violenza?
In Afghanistan come in Palestina, i combattenti tendono a sovrapporre la dimensione civile/militare, che per noi resta una distinzione fondamentale: questo dovrebbe indurre Israele a metodi più intelligenti per raggiungere la pace. Ma temo che molti, in Israele, non vogliano la pace.
Capisco cosa vuoi dire: se fossi un bambino palestinese cercherei di scappare all’estero, e se non ci riuscissi probabilmente tirerei anche io le pietre. Ma il problema resta: la pace verrà quando Israele sarà persuasa ad abbandonare quei territori e Gerusalemme Est. E’ un risultato che il conflitto non raggiungerà, serve la diplomazia ed è necessario che l’Europa smetta di restare ripiegata su se stessa.
Non so cosa intendesse Vauro. La Liberazione dell’Europa dal Nazismo si trascinò dietro gravi crimini commessi dai soldati russi e americani (Hitckock). Durannte la guerra in Jugoslavia vi furono cremazioni di bambini, crocifissioni ed eccidi (Pirjevec). Quanto all’Afghanistan, almeno, ne sai certamente più di me.
Credo che la discussione dovrebbe ripartire dalle vittime civili quali figure chiave per affrontarla. Ciò che si decide in una stanza è la morte di migliaia di persone inermi: la democrazia non ha ancora posto rimedio a questo problema.
Quale pace scusa? Chi detta le condizioni della pace in Palestina, e chi le rispetta? Israele si rifiuta addirittura di ammettere l’occupazione, definisce i territori che ha invaso “contesi”. Come se io domani entrassi in un negozio, mettessi in tasca qualcosa, per poi proporre al commerciante di lanciare una monetina per decidere chi dei due la deve tenere.
Parole del professor Leibovitz, ebreo di Israele: Nel 1967 dovemmo decidere se avevamo condotto una guerra difensiva o di conquista, e abbiamo optato per la guerra di conquista. Il declino di Israele è cominciato quel giorno.
Ma siamo liberi? Buona giornata
“Liberi di”, ma non “liberi da”, direi.
HBP,
la libertà dell’uomo è un processo complicato che la fine del novecento ha sviluppato e che il ventesimo secolo dovrebbe mettere in atto.
Come?
Liberamente.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Be’, sono sicuro che di questo torneremo a parlare…