Scendo sottoterra

Terra accumulata lungo il fiume. Voragini polverose soffocano le tenebre. Le ruote rimbalzano fra strappi di metallo. Accalcano pneumatici su pietre di fango. Il caos avvolge effluvi d’alcool. Mi fermo a contemplare un immacolato ceppo di insalata. Scendo sottoterra. Le note gracchiano fra colonne rosse. Giovani occhi si accalcano sotto un palco. Affogo l’imbarazzo in una birra. Infiniti strati di vernice disegnano gli anni che ho consumato. Una voce cristallina risuona di antiche memorie. Lo sguardo scorge un lontanissimo amico. Lo abbraccio senza ricordarne il nome. Non abbiamo parole da dirci, ascoltiamo insieme. Sembianze incazzate e mute di perduta giovinezza.