Non li ascolto neppure

Sprofondo nel design di una poltrona. Maria irrompe avvolta di viola. Nel sottosuolo echeggiano voci africane. Una pentola arrugginita sotto un tubo catodico. Fotografie frammiste a stupide memorie d’aeroporto. La guerra è nelle nostre case. Mi appoggio esangue ad un blocco di cemento. Due finte sacerdotesse si avvicinano sospese su tacchi sottili. Mi accarezzano senza pudore, poi scompaiono nel buio. Fuggo infelice fra immagini disseminate nel Novecento. Io sono l’anima di un libro polveroso. Labbra di fango fra sensi che si chiudono. Due vecchi cercano invano un paesaggio settecentesco. Non li ascolto neppure. Mi immergo ingenuo in un piacere fanciullesco.